Nuovo iper-ammortamento 2026: cosa cambia con la legge di bilancio

TL;DR:

  • Ritorna l’iper-ammortamento con maggiorazioni fino al 220% del costo
  • Sostituisce i crediti d’imposta 4.0 e 5.0 dal 1° gennaio 2026
  • Tre scaglioni di investimento: 180%-100%-50% (220%-140%-90% per transizione ecologica)
  • Investimenti validi dal 1° gennaio al 31 dicembre 2026 (proroga al 30 giugno 2027 con acconto 20%)

La legge di bilancio 2026, in fase di approvazione parlamentare con obiettivo di via libera definitivo entro il 31 dicembre 2025, segna una svolta radicale negli incentivi fiscali per le imprese. Dal 1° gennaio 2026 torna l’iper-ammortamento, una deduzione fiscale potenziata che sostituisce i crediti d’imposta Transizione 4.0 e 5.0. Il meccanismo permette alle imprese di maggiorare il costo fiscale dei beni strumentali tecnologici fino al 220%, con vantaggi fiscali stimati fino al 52,8%dell’investimento per chi punta sulla transizione ecologica.


Come funziona la nuova deduzione fiscale

L’iper-ammortamento 2026 rappresenta una maggiorazione extracontabile del costo dei beni strumentali, valida esclusivamente ai fini delle imposte sui redditi e non per l’IRAP. A differenza del credito d’imposta, che offriva un recupero immediato in compensazione, questa misura aumenta le quote di ammortamento deducibili annualmente, diluendo il beneficio fiscale nel tempo.

Il meccanismo si articola su tre scaglioni progressivi di investimento:

  • 180% di maggiorazione per investimenti fino a 2,5 milioni di euro (beneficio fiscale stimato con IRES al 24%: 43,2%)
  • 100% di maggiorazione per la quota tra 2,5 e 10 milioni di euro (beneficio: 24%)
  • 50% di maggiorazione per la quota tra 10 e 20 milioni di euro (beneficio: 12%)

I beni agevolabili sono gli stessi previsti dagli attuali crediti d’imposta 4.0 e 5.0: tecnologie digitali, robotica avanzata, sistemi di produzione interconnessi e beni per l’autoproduzione di energia rinnovabile.


Maggiorazioni rafforzate per la transizione ecologica

Le imprese che investono in beni capaci di generare risparmi energetici certificatiaccedono a percentuali di deduzione ancora più elevate. La normativa richiede che l’investimento garantisca una riduzione dei consumi energetici del sito produttivo pari almeno al 3%, oppure una riduzione dei consumi dei processi interessati pari almeno al 5%.

In questi casi le aliquote di maggiorazione salgono a:

  • 220% fino a 2,5 milioni di euro (beneficio fiscale IRES: 52,8%)
  • 140% da 2,5 a 10 milioni di euro (beneficio: 33,6%)
  • 90% da 10 a 20 milioni di euro (beneficio: 21,6%)

Per le imprese che pianificano investimenti significativi in digitalizzazione e sostenibilità, Gruppo AQ offre consulenza fiscale specializzata per quantificare il vantaggio effettivo e strutturare l’investimento in modo da massimizzare le deduzioni, valutando anche la cumulabilità con altre agevolazioni come la Nuova Sabatini.


Quando si applica l’agevolazione?

L’iper-ammortamento si applica agli investimenti in beni strumentali effettuati dall’1 gennaio al 31 dicembre 2026. È prevista una proroga al 30 giugno 2027 per gli investimenti “prenotati” entro il 31 dicembre 2026, purché l’impresa versi un acconto pari ad almeno il 20% del costo di acquisizione entro tale data.

Il momento rilevante per considerare effettuato l’investimento è quello della consegna o spedizione del bene, oppure per i beni realizzati in economia, il momento in cui sono pronti e disponibili per l’utilizzo. Questa tempistica ristretta obbliga le imprese a pianificare con attenzione gli acquisti e la relativa documentazione.


Differenze operative con i precedenti incentivi

A differenza del credito d’imposta, l’iper-ammortamento è una deduzione che riduce il reddito imponibile, non un credito da compensare. Questo comporta che il vantaggio fiscale effettivo dipende dall’aliquota IRES (24%) e dalla capacità dell’impresa di generare redditi imponibili sufficienti negli anni di ammortamento.

La deduzione maggiorata si applica alle quote di ammortamento ordinarie e ai canoni di locazione finanziaria, ma solo ai fini delle imposte sui redditi, escludendo l’IRAP. La maggiorazione deve essere gestita tramite variazioni in diminuzione nella dichiarazione dei redditi, senza modificare i valori civilistici del bilancio.

Un aspetto critico riguarda la nettizzazione: se l’investimento beneficia di altre agevolazioni (come contributi in conto capitale o la Nuova Sabatini), il costo deducibile deve essere ridotto proporzionalmente. Questa complessità operativa richiede una pianificazione fiscale accurata per ottimizzare il mix di agevolazioni.


Cosa cambia per le PMI?

Per le piccole e medie imprese la legge di bilancio 2026 non si limita all’iper-ammortamento. La Nuova Sabatini viene rifinanziata con fondi aggiuntivi per sostenere l’acquisto di macchinari, impianti e software anche tramite leasing. Le PMI del Mezzogiorno possono inoltre contare sulla proroga del credito d’imposta ZES Unica, con stanziamenti fino a 4 miliardi di euro per investimenti fino al 2028 e aliquote fino al 45%.

La combinazione strategica di iper-ammortamento, Nuova Sabatini e crediti d’imposta territoriali può generare vantaggi fiscali significativi. Gruppo AQ affianca le imprese nella costruzione di piani di investimento integrati, ottimizzando l’accesso alle diverse linee di finanziamento agevolato e verificando la compatibilità delle normative de minimis e sugli aiuti di Stato.


Quando conviene anticipare o posticipare l’investimento?

La scelta tra utilizzare il credito d’imposta 4.0 (prenotando entro il 31 dicembre 2025) o attendere l’iper-ammortamento 2026 dipende da molteplici fattori. Le imprese con urgenza di liquidità o con investimenti di importo contenuto potrebbero preferire il credito 4.0, mentre chi pianifica grandi investimenti in ottica pluriennale e può sostenere tempi di recupero più lunghi potrebbe massimizzare il vantaggio con l’iper-ammortamento.

Un elemento spesso sottovalutato è la sostenibilità finanziaria: l’iper-ammortamento riduce il carico fiscale solo se l’impresa genera utili imponibili sufficienti negli anni di ammortamento. Per imprese in fase di start-up o con marginalità ridotta, il credito d’imposta immediato può risultare più adatto.

La consulenza strategica di Gruppo AQ include l’analisi dei flussi di cassa attesi, la simulazione degli scenari fiscali e la valutazione dell’impatto sulla redditività aziendale, per individuare la soluzione più efficace rispetto agli obiettivi di crescita dell’impresa.


In breve

  • L’iper-ammortamento 2026 sostituisce i crediti d’imposta 4.0 e 5.0 con deduzioni fiscali maggiorate fino al 220%
  • Si applica a investimenti in beni strumentali tecnologici e per energia rinnovabile dal 1° gennaio al 31 dicembre 2026
  • Aliquote base 180%-100%-50%, rafforzate a 220%-140%-90% per investimenti con risparmio energetico certificato
  • A differenza del credito d’imposta, il vantaggio si diluisce negli anni di ammortamento del bene
  • Nel 2026 coesistono temporaneamente credito 4.0 (per prenotazioni 2025) e iper-ammortamento (investimenti 2026)

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Lo sapevi che

  • L’iper-ammortamento era già in vigore dal 2016 al 2019 con aliquote fino al 250%, prima di essere sostituito dai crediti d’imposta Transizione 4.0 nel 2020
  • Il beneficio fiscale effettivo dell’iper-ammortamento al 180% con IRES al 24% è pari al 43,2%, superiore al precedente credito 4.0 del 20%
  • La legge di bilancio 2026 elimina anche l’IRES premiale prevista per le imprese che reinvestono gli utili e assumono
  • Nel triennio 2026-2028 il settore bancario contribuirà con circa 9,5 miliardi di euro attraverso l’aumento dell’IRAP dal 4,65% al 6,65%
  • Il Codice degli incentivi, entrato in vigore il 1° gennaio 2026, unifica e digitalizza tutte le procedure di accesso alle agevolazioni per imprese
  • La tempistica ristretta dell’iper-ammortamento (sostanzialmente un anno solare) obbliga le imprese a decisioni rapide, diversamente dai precedenti crediti d’imposta che coprivano periodi pluriennali

FAQ

  1. Quali imprese possono accedere all’iper-ammortamento 2026?

    Tutti i soggetti titolari di reddito d’impresa, indipendentemente dalla forma giuridica, dimensione e settore, che effettuano investimenti in beni strumentali destinati a strutture produttive in Italia. L’agevolazione vale solo ai fini IRES/IRPEF, non per l’IRAP.

  2. L’iper-ammortamento è cumulabile con altre agevolazioni?

    Sì, ma con nettizzazione: se l’investimento beneficia di contributi in conto capitale o altre agevolazioni come la Nuova Sabatini, il costo ammortizzabile deve essere ridotto proporzionalmente. Non è invece cumulabile con il credito d’imposta 4.0 per lo stesso bene.

  3. Come si documenta il requisito del risparmio energetico per la maggiorazione al 220%?

    L’impresa deve certificare una riduzione dei consumi energetici del sito produttivo di almeno il 3%, oppure dei processi interessati di almeno il 5%. È necessaria una perizia asseverata o certificazione energetica rilasciata da professionisti abilitati.

  4. Cosa succede se vendo il bene prima della fine dell’ammortamento?

    La normativa precedente sull’iper-ammortamento prevedeva la revoca parziale del beneficio in caso di cessione infraquinquennale. Per la versione 2026 si attendono chiarimenti dell’Agenzia delle Entrate sulle modalità di gestione delle cessioni anticipate.

  5. Conviene prenotare con il credito 4.0 entro il 31/12/2025 o attendere l’iper-ammortamento?

    Dipende da liquidità, importo investimento e capacità reddituale. Il credito 4.0 offre recupero più rapido (3-5 anni) con aliquote più basse (20%-10%-5%), l’iper-ammortamento offre percentuali più alte (180%-220%) diluite nell’ammortamento. Per investimenti sopra i 5 milioni con prospettiva di lungo periodo, l’iper-ammortamento può essere più vantaggioso.

  6. Come si calcola concretamente il risparmio fiscale con l’iper-ammortamento?

    Per un investimento di 1 milione di euro in bene 4.0 con ammortamento al 20% annuo, senza maggiorazione si dedurrebbero 200.000 euro/anno. Con iper-ammortamento al 180%, la deduzione sale a 560.000 euro/anno (200.000 + 360.000), generando un risparmio IRES annuo di 86.400 euro (360.000 x 24%) per 5 anni.


Fonti

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